Al Festival di Sanremo si canta “la depressione”

La 73ma edizione del Festival di Sanremo si terrà da martedì 7 febbraio a sabato 11, molti i cantanti in gara, ma stavolta sembra che si darà spazio alla depressione.

Francesco Silvestre voce dei Modà ha scelto il palco dell’Ariston per rivelare il male oscuro, che lo ha colpito due anni fa, con il brano Lasciami. Francesco Silvestre, 44 anni, definisce così la sua canzone: “Lasciami è la canzone più sincera che potessi scrivere. La depressione non la puoi raccontare a chi non la conosce, ma puoi comunque condividerla con chi come te la vive. Per questo ho preso coraggio e ho deciso di condividere quello che ho passato e che sto passando. Credo che la depressione viva dentro ognuno di noi e non so quanto si possa superare definitivamente. Di sicuro ho capito che bisogna essere forti cercando di cambiare i punti vista”. Continua: “Sono sempre stato sincero nelle mie canzoni sia nei momenti positivi e sia negativi. Ho avuto la consapevolezza di quanto poco si parli di depressione e mi sono reso conto di essere in compagnia di tante persone. La cosa più importante è parlarne, ti fa stare bene, ti mette paura e vergogna addosso. Ma ho imparato che oltre le paure ci sono le cose più belle. Sanremo è una cassa di risonanza grandissima, che può arrivare alle persone. Mi è successo perché reprimevo il fatto di avere la depressione, non sapevo se avevo la mia vita in mano, se le mie cose piacessero ancora. Me la immaginavo completamente diversa, immaginavo una persona triste e al buio. Mi sono svegliato una mattina con le gambe che non si piegavano, e non avevo più la forza di stare in piedi. Un neurologo e uno psichiatra mi hanno aiutato a comprendere questo male. Non bisogna vergognarsi e neanche sottovalutare, ma avere il coraggio di affrontare le cure. I farmaci li consideravo un veleno, “li prendono solo i matti” pensavo. Mi hanno spiegato che non è così, mi hanno rimesso in piedi “.

La depressione non è ancora finita. Continua il cantante: “Esiste anche la forza di volontà per affrontare le paure, ho reagito e pian piano sto camminando. Non sono guarito, la depressione vive dentro di te, ma oggi sono capace, insieme all’aiuto farmacologico, di vedere la vita in un altro modo”.

Esiste un altro tipo di disagio al femminile di cui non si parla mai e che è al centro di Vivo, brano nato dalla depressione post-partum che la 35enne Levante (al secolo Claudia Lagòna) ha vissuto in prima persona dopo la nascita della figlia Alma Futura un anno fa.

Levante dice: “Ho sorriso tanto /dentro a questo pianto / ho voglia di credere di potercela fare”  “Vivo è il racconto di un momento buio per me, il post parto. Oscillando tra stati d’animo costantemente opposti, ho desiderato ritrovare un equilibrio nonostante la depressione. Al centro del brano c’è l’ambizione di riprendere possesso della propria vita, in un elenco serrato di desideri che raggiunge il culmine in un grido liberatorio carico di tensione vitale. Riappropriarsi di mente e corpo, avere la sensazione di poterli ancora amare, nonostante la trasformazione repentina, e gioirne, significa potersi sentire ancora magicamente vivi”.  E il verde speranza è il colore dominante della copertina del nuovo album di Levante: “Ho dipinto tutto di verde perché del futuro non so niente eccetto la speranza. Con il verde ho potuto scontornarmi e proiettarmi dove desideravo proprio perché, lungo la strada che mi ha portato a Opera futura (il suo ultimo album ndr), c’è stato tanto buio e solo la speranza di uscirne si è resa lanterna”.

In Supereroi Mr. Rain, racconta la depressione che ha vissuto: “Ho passato un periodo molto cupo, durante il quale mi sono chiuso in me stesso. Nel 2020, complice anche il lockdown che poi mi ha aiutato a ridisegnare le priorità, non uscivo più, non parlavo più con nessuno. Fino a quando, un po’ troppo tardi, ho capito che non possiamo salvarci da soli e ho chiesto aiuto. Prima mi sembrava di essere l’unico a soffrire, poi ho capito che siamo tantissimi. E ho anche fatto pace con me stesso. Nei momenti di difficoltà veniamo incoraggiati a essere forti, ma essere forti non è una scelta. Chiedere aiuto invece è qualcosa che solo noi possiamo decidere di fare ed è proprio questo che ci rende tutti Supereroi”. 

 

Photo Zdravko Petrov (Commons.wikimedia.org)