Salute mentale senza pregiudizi

È importante non dimenticare che il benessere interiore può prosperare, se in primis i professionisti che se ne occupano possono lavorare serenamente. Nel 1975 la psichiatra americana Christina Maslach impiegò il termine “Burnout” per indicare la sindrome da esaurimento emotivo, che colpiva principalmente le “helping profession” o le “high-touch“, categorie di operatori che offrono educazione, sostegno e cure alle persone in difficoltà, inclusi medici, psicologi e psicoterapeuti. Maslach aveva individuato tra le cause di questo malessere il sovraccarico e la mancanza di controllo sul proprio lavoro, le gratificazioni insufficienti e la scarsa remunerazione.

In ogni fase della vita e in ogni ruolo che rivestiamo, può capitarci di nutrire pensieri ambivalenti per i quali potremmo sentirci inadeguati, a volte persino sbagliati. Queste emozioni contraddittorie spesso ci bloccano, altre volte le reprimiamo per paura di affrontarle o perché temiamo il giudizio degli altri, quando, invece, sarebbe importante imparare a comprenderle, accettarle e accoglierle.

Ancora troppi pregiudizi sulla salute mentale e per questo molti non chiedono aiuto per paura di essere emarginati. Una situazione che rischia poi di creare problemi sociali e a volte anche tragedie. Questa la fotografia della giornata dedicata alla salute mentale, nel ricordo della dottoressa Barbara Capovani, quella celebrata a Napoli dal Dipartimento di Psichiatria  e dalla Psichiatria d’Urgenza  dell’A.O.U. Luigi Vanvitelli. Nell’ambito dell’(H)Open Day Salute Mentale che ha coinvolto gli ospedali con il Bollino Rosa, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli ha voluto sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e sull’esigenza di favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizi, stigma e paure legati alle malattie psichiche.

I disturbi psichici, è bene ricordarlo, impattano negativamente sulla qualità e sulla quantità di vita, investendone tutti gli ambiti, personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo. Sono soprattutto gli adolescenti a manifestare grande disagio.

In Italia 17 milioni di persone soffrono di un disturbo mentale e la percentuale di persone che soffrono di problemi psichici è passato dal 6 al 32%. L’Organizzazione Mondiale Sanità (OMS) prevede che nel 2030 la depressione sarà la malattia più diffusa e 2.9 milioni di famiglie italiane vivono in povertà con quote di disagio e fragilità̀ nei territori che hanno coinvolto in modo diverso persone e famiglie, non sempre provenienti da vissuti di povertà e disagio sociale.

 

 

 

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