Le competenze digitali in Italia

E-skills
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Il rapporto Ocse sulle eSkills in Italia

Mentre si parla da anni in Italia di agenda digitale, secondo un recente rapporto Ocse, nelle scuole elementari italiane vi è un pc ogni quindici studenti, circa uno per classe o poco più. Nel nostro paese la diffusione della banda larga è ancora estremamente disomogenea, spesso si rinuncia ad una linea adsl ma non all’acquisto dell’ultimo smartphone o tablet uscito sul mercato. Spesso la linea adsl o fibra ottica non arriva neanche, perché non c’è convenienza ad investire in un territorio poco attraente commercialmente. Qualcuno direbbe “è il mercato che decide”, altri potrebbero obiettare affermando che “la crescita di un Paese passa anche attraverso gli investimenti in tecnologia e infrastrutture capaci di portare servizi e favorire lo sviluppo della creatività e dell’innovazione”.  Culturalmente in Italia molte persone sono ancora ancorate a modelli tradizionali, si usa poco e con diffidenza il commercio elettronico, è più facile che in una famiglia ciascun componente abbia uno più cellulari ma non un pc con connessione veloce a disposizione,  l’uso dei device è sempre più legato a servizi e applicazioni di intrattenimento e di relazione.  Queste caratteristiche rallentano lo sviluppo di una cultura digitale che vede nelle infrastrutture e nella diffusione di processi tecnologici avanzati, il punto di partenza. Un’agenda digitale dovrebbe saper migliorare le infrastrutture di rete e la loro omogenea penetrazione.

Un pc ogni 15 studenti

Secondo il rapporto Ocse non migliora la situazione per le scuole medie inferiori dove è disponibile un pc ogni undici studenti, uno ogni otto ragazzi alle scuole medie superiori.  Otto scuole italiane su dieci sono connesse a internet ma solo metà delle classi utilizza la rete come strumento didattico e di comunicazione multimediale, si pensi ad esempio alle lavagne digitali.

A queste carenze va aggiunta la mancanza di formazione del corpo docente verso le nuove tecnologie e i più recenti strumenti di comunicazione online, social network in primis che spesso i docenti ignorano del tutto. Eppure, il nostro paese in passato è stato la patria dell’informatica come la storia di Adriano Olivetti ha insegnato. Non è più sufficiente pensare di essere innovativi semplicemente trasferendo ciò che oggi è off-line all’interno di una piattaforma digitale. Sono due linguaggi differenti, due modalità di accesso diverse, due tecnologie troppo distanti tra loro. La vera innovazione passa dunque da una visione d’insieme che comprende un potenziamento delle infrastrutture di rete e un uso molto più diffuso dei linguaggi tecnologici, al fine di rendere procedure, burocrazia e relazioni sempre più snelle con vantaggi enormi dal punto di vista dei tempi e del risparmio.  La formazione infine è il punto centrale per una reale diffusione della cultura digitale.