Censis: la sanità non è uguale per tutti

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Dal Censis una ricerca sulle contraddizioni della sanità tra pubblico e privato

Una sanità sempre più classista e sempre meno accessibile a tutti

I tempi di attesa sono ormai troppo lunghi e chi può permetterselo ricorre alle cure a pagamento: con una spesa media di 70 euro in più, si risparmiano due mesi di tempo. Sono sempre di più gli italiani che pagano da soli i servizi sanitari, perché la scelta è fra un’attesa lunghissima per prestazioni che il sistema pubblico non riesce a garantire, dalle visite specialistiche agli esami diagnostici, e una invece limitata a pochi giorni, se si paga.
Non stupisce quindi che secondo quanto emerge dalla ricerca Rbm Salute-Censis «Costruire la sanità integrativa», per il 38,5% degli intervistati la sanità è peggiorata negli ultimi due anni.
Vediamo in dettaglio qualche dato della ricerca. La spesa sanitaria privata degli italiani è pari a 26,9 miliardi di euro nel 2013 ed è aumentata del 3%, in termini reali, rispetto al 2007. Nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria pubblica è rimasta quasi ferma (+0,6%).
Molti italiani sono costretti a scegliere le prestazioni sanitarie da fare subito a pagamento e quelle da rinviare oppure non fare proprio, con un aggravamento di costi sociali in termini di ricadute (assenze sul posto di lavoro, spese quindi a carico dell’Inps). Quindi crolla il ricorso al dentista a pagamento, con oltre un milione di visite in meno dal 2005 al 2012, mentre aumenta nello stesso periodo il numero di italiani che paga per intero gli esami del sangue (+74%) e gli accertamenti diagnostici (+19%).

Basta pagare e l’attesa scompare…

Per una prima visita oculistica in una struttura pubblica il ticket costa 30 euro e c’è da aspettare mediamente 74 giorni mentre nel privato, pagando in media 98 euro, si aspettano solo 7 giorni. Per una prima visita cardiologica si pagano 40 euro di ticket e la lista d’attesa è di 51 giorni, nel privato con 107 euro si aspettano 7 giorni. Una visita ginecologica richiede 29 euro di ticket e 27 giorni di attesa, nel privato 100 euro con 5 giorni di attesa. Secondo la ricerca con 70 euro in più rispetto a quanto costerebbe il ticket nel sistema pubblico si risparmiano 66 giorni di attesa per l’oculista, 45 giorni per il cardiologo, 28 per l’ortopedico, 22 per il ginecologo.
Per una risonanza magnetica del ginocchio il ticket è di 49 euro e l’appuntamento è dopo 68 giorni, nel privato pagando 149 euro si aspettano 5 giorni; per un’ecografia all’addome il ticket ammonta a 53 euro e l’attesa a 65 giorni, nel privato per un costo di 113 euro si aspettano 6 giorni; per una mammografia il ticket è di 43 euro e l’attesa è di 55 giorni, per 90 euro in una struttura privata l’attesa è di 6 giorni.
Alle spese si aggiunge poi il ticket, che varia nelle diverse aree del paese: per una visita specialistica si oscilla tra un valore medio minimo di 20 euro al Nord-Est e uno massimo di 45 euro al Sud.

Continuando invece a riportare le opinioni, per il 56% del campione la sanità è rimasta uguale e solo il 5,5% ritiene la sanità regionale migliorata. Nelle regioni con Piano di rientro la percentuale di cittadini che ritiene peggiorata la sanità regionale aumenta al 46,8%, mentre nelle altre regioni è pari al 29,3%.