Biotecnologie contro l’arresto cardiaco

Biotecnologie: nuove frontiere di ricerca sull'arresto cardiaco
Biotecnologie: nuove frontiere di ricerca sull’arresto cardiaco

Arresto cardiaco: dati e Registro

Per arresto cardiaco, secondo i dati di un Registro italiano di recente attivazione, ogni anno sono dalle 50.000 alle 60.000 le persone che vengono colpite, con un tasso di mortalità sette volte superiore rispetto a quello degli incidenti stradali. Nella maggioranza dei casi (80-90%) la sua origine è ricondotta ad una cardiopatia ischemica, cioè un diminuito afflusso di sangue per ostruzione delle arterie coronarie per la formazione di placche lungo le pareti interne. I dati indicano che, ogni anno in Europa, oltre 350.000 persone vengono colpite da arresto cardiaco improvviso, con un tasso di mortalità che arriva al 98% . Se le pratiche di rianimazione vengono effettuate entro un brevissimo tempo, riescono ad avere successo in circa il 40% dei casi, ma la morte può sopravvenire durante il ricovero. Nel nostro paese, tuttavia, i dati epidemiologici sugli eventi di arresto cardiaco e sul trattamento sia extra- che intra-ospedaliero sono frammentari e limitati a pochi studi e/o raccolte dati su base provinciale anche se è iniziata la raccolta dai nel Registro Italiano degli Arresti Cardiaci (RIAC). La creazione di questo registro prospettico degli arresti cardiaci permetterà la raccolta di una banca dati che, a partire dal reparto di provenienza, nel caso di arresti cardiaci intra-ospedalieri, o dal database del 118, nel caso di quelli extra-ospedalieri, sarà in grado di ricostruire la storia dei pazienti rianimati. La raccolta dati è iniziata il 1° ottobre 2014, il mese della campagna Viva! in occasione dello studio “EuReCa ONE” una raccolta dati in tutta Europa.

I sistemi per prevenire e le nuove biotecnologie

Il sistema S-ICD è attualmente l’unico in grado di aiutare a prevenire l’arresto cardiaco improvviso. Si tratta di un sistema le cui prime applicazioni cliniche risalgono soltanto alla fine del 2013, ma la cui sicurezza ed efficacia per pazienti affetti da aritmie e a rischio di arresto cardiaco improvviso sono confermate da numerosi studi clinici. Il sistema è costituito da due elementi: un generatore di impulsi che alimenta il sistema, monitora l’attività cardiaca e rilascia una scarica e l’elettrocatetere che consente al dispositivo di rilevare il ritmo cardiaco e trasmettere le scariche quando necessario. Entrambi gli elementi vengono impiantati sotto la pelle. L’impianto è semplice e l’intervento dura normalmente un’ora in anestesia generale o locale. Al fine di collocare con precisione l’elettrocatetere connesso con il defibrillatore stesso all’interno del cuore, vengono presi dei punti di riferimento anatomici. La procedura di impianto sottocutanea è quindi estremamente semplificata ed inoltre è legata a notevoli vantaggi sotto il profilo estetico.