Salute mentale e TSO

Trattamento sanitario obbligatorio
Trattamento sanitario obbligatorio

Salute mentale

Salute mentale e TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), le cronache di questa estate, con la morte per asfissia di un malato di schizofrenia a Torino causata – da come le indagini hanno appurato – da un intervento troppo aggressivo, hanno riportato l’argomento sui quotidiani. Come è noto, prima della chiusura dei manicomi, i centri di salute mentale erano al centro di un sistema che coordinato con l’assistenza sociale avrebbe garantito il reinserimento sociale dei pazienti ricoverati in manicomio e poi seguire tutti quanti quelli che emergevano ex-novo nelle famiglie italiane impedendo che ne venissero espulsi e in ogni caso garantendo loro la migliore integrazione possibile ed il migliore recupero funzionale. Non aveva patologie cardiache Andrea Soldi, il torinese di 45 anni malato di schizofrenia, morto ai primi di agosto durante un ricovero forzato. Il decesso è avvenuto perché la forte “compressione al collo” praticata dai vigili urbani per costringerlo a salire sull’ambulanza ha originato una “ipossia”, una grave carenza di ossigeno. Una forma di maltrattamento che ha portato alla morte. Il costo delle malattie e dei disturbi mentali nel mondo è in crescita. E’ stato stimato che, tra il 2011 e il 2013, i costi sanitari e sociali connessi a queste patologie siano cresciuti per 16 trilioni di dollari. Più di cancro, malattie cardiache o diabete. I disturbi mentali sono già nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%). I dati provengono da un rapporto dell’università di Harvard recentemente ripreso dall’Economist in un articolo intitolato “Mental illness. The age of unreason”.

Cosa è il TSO

Il sito del Ministero della Giustizia fa chiarezza in proposito. Nessuno può essere sottoposto a visite mediche o a ricovero ospedaliero contro la sua volontà. Il trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O.) per malattia mentale può avvenire in condizione di degenza ospedaliera solo:

se esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici se l’infermo non voglia sottoporsi volontariamente a tali trattamenti qualora non vi siano le condizioni che consentano di adottare tempestive e idonee misure straordinarie extraospedaliere.

Il T.S.O. è disposto:

con provvedimento motivato del sindaco del comune dove risiede la persona nei cui confronti si vuole disporre il trattamento o del comune dove la persona momentaneamente si trova, nella sua qualità di autorità sanitaria su proposta motivata di un medico, convalidata dalla A.s.l.

Entro 48 ore dal ricovero il provvedimento deve essere trasmesso al giudice tutelare. Il giudice tutelare nelle 48 ore successive deve provvedere, convalidandolo o non convalidandolo. Se il T.S.O. non viene convalidato, il sindaco deve disporne l’immediata cessazione. Entro trenta giorni (dalla scadenza del termine di 48 ore per la convalida) il sindaco può proporre ricorso contro la mancata convalida del provvedimento che dispone il T.S.O..

Revoca del T.S.O.: qualsiasi persona interessata, congiunto o estraneo, può proporre ricorso chiedendo al Sindaco la revoca o la modifica del provvedimento. Ricorso al tribunale: la persona sottoposta a T.S.O. o chiunque vi abbia interesse può inoltre proporre ricorso al tribunale competente per territorio contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare. La normativa di riferimento è l’artt. 1-5 legge 23 dicembre 1978, n. 833