Come cambia il modo di lavorare

Lavorare in forma smart...
Lavorare in forma smart…

Lavorare di più ma in maniera flessibile

Come cambia il modo di lavorare: la nuova tendenza sembra essere quella di lavorare di più purché in modalità smart. Disposti a lavorare di più, purché in modalità flessibile e smart working, i lavoratori italiani: i risultati dell’indagine CitrixDue terzi delle ore di lavoro trascorse lontani dall’ufficio, il 70% disposto a lavorare anche 5 ore in più a settimana in cambio di maggiore flessibilità (il 52% del campione lavora già oltre l’orario d’ufficio almeno una volta al mese), il 64% con la convinzione di migliorare la produttività grazie al lavoro agile e solo il 33% timoroso di perdere la dimensione sociale dell’ufficio: è il ritratto degli smart workers italiani fotografato dalla ricerca realizzata per Citrix Italia. Dall’indagine condotta in Italia su un campione di 600 lavoratori, è emerso inoltre che l’84% degli smartphone utilizzati per lavoro sono di proprietà dei dipendenti e che il 20% degli smart workers non ha idea di chi, in azienda, sia responsabile della sicurezza dei dati.

I dati emersi dall’indagine

In generale il 46% degli intervistati pensa che la propria organizzazione dovrebbe investire di più nello smart working per: trarre vantaggi in termini di competitività e produttività (59%); ridurre i costi fissi (52%); avere una cultura aziendale più flessibile (45%); offrire maggior livello di soddisfazione per i dipendenti (42%). A spingere i lavoratori verso lo smart working sono la possibilità di avere orari di lavoro migliori con una migliore worklife balance (68%); poter risparmiare il tempo di viaggio (65%); poter migliorare la propria produttività (64%), nonostante il 53% ritenga che l’interazione con l’ufficio debba essere migliorata e resa più veloce; la possibilità di arricchire il proprio curriculum e facilitare la ricerca di un nuovo lavoro (54%). Tra gli elementi che invece frenano l’adozione di questa tipologia di lavoro ci sono le preoccupazioni legate a: l’essere sempre raggiungibili (38%); eccedere con il numero di ore (36%); non riuscire a mantenere una divisione tra lavoro e vita privata (71%); la difficoltà di mantenere la dimensione sociale del lavoro (33%), secondo il 36% questo aspetto potrebbe essere preoccupante anche dal punto di vista dell’azienda che vedrebbe diminuire lo spirito di gruppo e di appartenenza a un team. Ci sono poi le difficoltà legate alla connessione internet, con il 33% degli smart worker che lamenta problemi con la connessione, il 31% con i tempi di caricamento, il 26% con il collegamento dei dispositivi ad altre apparecchiature. L’80% degli intervistati dichiara che il lavoro mobile all’interno della propria azienda viene sostenuto, anche se il 50% di questi afferma che ciò avviene più per iniziativa dei dipendenti che per una politica precisa e codificata (che rappresenta solo il 20% dei casi) In particolare il 37% degli intervistati afferma di essere in grado di accedere ai dati e alle applicazioni che si usano abitualmente da più dispositivi; il 32% di usufruire di procedure di accesso e autenticazione semplificate; il 25% ha accesso ai dati e alle applicazioni professionali con continuità nelle ore notturne e nei fine settimana; il 16% ha a disposizione un app-store aziendale dove accedere a tutte le app necessarie. Tra le soluzioni più diffuse applicazioni Office o equivalenti (58%); strumenti di comunicazione con i colleghi quali app di instant messaging, condivisione di file o piattaforme social (48%); il 31% può utilizzare applicazioni personalizzate dall’azienda; il 19% riesce a utilizzare software specifici di settore come applicazioni ERP personalizzati per mercati definiti. A livello di dispositivi, PC e smartphone sono i più utilizzati (58% e 57% rispettivamente), seguiti da laptop (34%) e tablet (32%). L’84% degli smartphone è di proprietà del lavoratori, contro il 40% dei PC desktop ed il 60% dei laptop, a conferma di quanto il BYOD stia prendendo sempre più piede in tutte le realtà aziendali. La connessione più utilizzata è il Wi-Fi, seguita dal cavo nel caso del desktop (44%) e dalla connessione 3G/4G per tablet e smartphone.