Ricercatori italiani in sanità: terzi in Europa

La ricerca italiana, primati ma anche sofferenze economiche
La ricerca italiana, primati ma anche sofferenze economiche

Italia terza in Europa per ricercatori sanitari

Ricercatori italiani in sanità: terzi in Europa. L’Europa nelle scorse settimane ha distribuito 650 milioni a 277 ricercatori top su quasi 2.000 richieste arrivate da 29 Paesi. Il nostro paese ancora una volta ha dimostrato di essere in grado di avere delle eccellenze in campo sanitario, qualificandosi  al terzo posto con 26 ricercatori che hanno conquistato gli «advanced grants» assegnati su base competitiva dallo European research council (Erc) ai migliori scienziati leader nei loro settori, preceduti solo da inglesi e tedeschi  e seguiti da francesi e olandesi.

Eccellenze ma poche risorse economiche

Purtroppo però dei 26 ricercatori top italiani che hanno vinto i grant, 8 hanno deciso di lasciare l’Italia spendendo con il loro team di ricerca i fondi dell’Erc (in media fino a 2,5 milioni a progetto) nei laboratori di altri Paesi. Un fatto questo di per sé normale perché la scienza non ha confini e la mobilità nella ricerca è una garanzia per la sua diffusione. Peccato però che praticamente nessuno da altri Paesi abbia scelto l’Italia. Tra i 19 scienziati che faranno ricerca nel nostro Paese con i fondi dell’Erc infatti solo uno è straniero: si tratta di un ricercatore norvegese che svolgerà i suoi studi demografici all’Università Bocconi. Insomma l’Italia si conferma poco ospitale per i ricercatori. Del resto sarebbe strano il contrario dato che il nostro paese investe pochissimo in ricerca. Una polemica che va avanti da anni, dopo le proteste di alcuni ricercatori italiani costretti a fuggire all’estero perché incapaci di trovare le condizioni giuste in Italia per fare ricerca e a cui lo stesso presidente del consiglio ha risposto promettendo una serie di misure.  Al Cipe è atteso la prossima settimana, dopo mesi di rinvii, il nuovo Piano nazionale della ricerca che stanzia subito 2,5 miliardi. Di questi quasi 250 milioni  dovrebbero essere destinati proprio ad attrarre i ricercatori migliori con incentivi su misura. In particolare sono previsti fondi in più (fino a 600.000 euro) a chi vincitore di una borsa Erc sceglierà l’Italia come base per le sue ricerche. Università ed enti di ricerca saranno poi sostenuti nell’avvio di percorsi formativi di accompagnamento ai bandi Erc. Senza fondi, parlare di innovazione in sanità e nel sociale, risulta davvero complesso.