Ludopatie, il nuovo fondo nazionale ancora in attesa

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Ludopiatia, una dipendenza sempre attuale

Ancora rinvii per il riparto del fondo

Ludopatie, il nuovo fondo nazionale ancora in attesa: la Conferenza Stato Regioni rinvia l’ intesa sul riparto del fondo nazionale.

Sono piovute le critiche sul rinvio dall’assessore al sociale della Regione Veneto: “Il Governo si sta dimostrando troppo incerto e contraddittorio nel rinunciare ai lauti introiti del monopolio di Stato; e troppo flebile con produttori e gestori sale gioco nel normare luoghi e accessi alle ‘macchinette’”.

E’ stato infatti rinviato negli scorsi giorni in Conferenza Stato Regioni il “Parere sullo schema di decreto del Ministro della salute di riparto del fondo (per il gioco d’azzardo patologico) di cui all’articolo 1, comma 946, della legge 28 dicembre 2015, n. 208”.

“Il fatturato di giochi e scommesse in Italia – ricorda l’assessore alla stampa – supera gli 88 miliardi di euro, la spesa media per i 17 milioni di giocatori si aggira sui 5 mila euro l’anno.Ma, come in tutte le statistiche, il valore medio nasconde le vere emergenze, cioè i giocatori compulsivi (almeno 2 milioni) che scommettono (e ovviamente perdono) decine se non centinaia di migliaia di euro l’anno, mandando in rovina se stessi, famiglie e aziende. E’ un fenomeno da affrontare non solo con la prevenzione, ma anche con la presa in carico e la cura di queste persone e dei loro familiari. Per questo ho chiesto che il gioco patologico non sia considerato solo un ‘disturbo psichiatrico’ nella classifica dei Lea, ma un più ampio problema sociale, da affrontare non solo in chiave sanitaria, ma con interventi di recupero, riabilitazione e di sostegno alle famiglie”.

In Veneto il fenomeno registra picchi preccupanti

Intanto, evidenzia l’assessore veneto “i Servizi per le dipendenze del Veneto segnalano il continuo aumento di casi di giocatori compulsivi, il cui trend di crescita è ormai superiore a quello di eroina e droghe tradizionali”. In tutto ciò, “lo Stato ha inserito il gioco d’azzardo nei livelli essenziali di assistenza, riconoscendolo come una malattia da curare, e ha istituito nel 2016 un fondo nazionale di 50 milioni da ripartirsi tra le regioni. Ma non c’è ancora accordo su come intervenire e su come normare l’industria del gioco”, contesta l’assessore. L’obiettivo da raggiungere è quello di ridurre i punti gioco con particolare riferimento a quelli generalisti e di salvaguardare le buone pratiche messe in atto dalle amministrazioni locali per contenere il fenomeno del gioco patologico.

Nella regione le persone affette da ludopatia sono in crescita, al punto che la regione è stata una delle prime a varare una legge ad hoc. 

 

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